LE OPERE PREMIATE DELLA XI EDIZIONE DEL CONCORSO

‘DONNE … IERI, OGGI, DOMANI’

“Voltare pagina”-fermarsi per ricominciare ed andare avanti

 

Il 28 luglio a Castelbottaccio si è chiusa la undicesima edizione del premio letterario internazionale di scrittura femminile ‘Donne … ieri, oggi, domani’. Il cambiamento e la capacità di affrontarlo è stato il tema dell’edizione del 2018: “Voltare pagina”-fermarsi per ricominciare ed andare avanti. Il concorso, proposto e sostenuto dal circolo neoilluminista ‘Donna Olimpia Frangipane’, è ispirato alla figura della nobildonna vissuta a Castelbottaccio tra la fine del 1700 e l’inizio del 1800 e che ospitò nella propria dimora un ‘salotto culturale’, in cui gli intellettuali dell’epoca discutevano, diffondevano e promuovevano le idee di cambiamento che si andavano propagando nel Nuovo e Vecchio Continente.

Due le giurie di questo concorso: la giuria tecnica, composta da Adele Fraracci (insegnante di storia e filosofia), Antonella Presutti (Presidente della Fondazione Molise Cultura, scrittrice ed insegnante di italiano e latino) e Simonetta Tassinari (scrittrice ed insegnante di storia e filosofia, che premia lo stile e la tecnica, e quella popolare, composta da Giuseppina Sallustio, Nicolina Pepe e Gabriella Sabetta, socie della stessa associazione, che premia la facilità di lettura e l’impatto emotivo.

ESITO

La giuria tecnica ha deciso di premiare solo due opere che, nell’ordine, sono:

  • 1° premio: racconto LA SARTA DEI CAPI IMPOSSIBILI di Maria Antonietta Ruscitto,- Petrella Tifernina (CB);
  • 2° premio: racconto TRENO di Nicoletta Iommi – Rignano Flaminio (RM);

La giuria tecnica non ha ritenuto di assegnare il terzo premio.

Commento 1° premio: protagonista è la Donna, in tutte le sue sfaccettature: la donna inquieta, provata, infranta ma pronta a ricercare equilibrio fuori da se stessa, dentro spazi nuovi in cui poter però ritrovarsi; la donna che sa essere amica delle donne e solidale a oltranza; la donna che sa amare e quella che non sa adeguatamente farlo; la donna vittima di amori sbagliati e violata corpo e anima; la donna- dono come solo una figlia può essere; la donna creativa che investe in un sogno che è concreto progetto. Il racconto è un omaggio alla Donna, colta nella sua fragilità che sa tramutarsi in forza e reinventarsi in tenacia. Un omaggio alla Donna catturata nella sua verità, al contempo leggera e profonda. Leggerezza e profondità plasmate dalla prosa, che prende in braccio l’anima delle lettrici e le conduce avanti come delle spose, indicandone le strade piene di promesse, le strettoie delle inevitabili delusioni, i vicoli bui delle frustrazioni ma anche il cielo che staglia un nuovo orizzonte, luce di rinnovate promesse. Sì, appare davvero possibile: il cuore può essere cucito.

Commento 2° premio: il racconto è connotato da un andamento scorrevole e da una prosa sciolta e ricca di immagini, spesso originali. Molto presente, sotto la forma di metafore e di rimandi, è la natura, partecipe e non spettatrice della vita della protagonista, costantemente a colloquio con montagne, rocce e alberi, in una “umanizzazione” che fa da contrappunto alle ansie e ai vuoti di uno spirito inquieto. L’apparente condanna alla solitudine e alla incomunicabilità, a causa degli errori commessi in passato- per debolezza, riconoscenza o forse, ancora, scarsa conoscenza di sè-  viene riscattata da un perentorio “no” finale, foriero di un possibile “ricominciare”, in perfetta sintonia con la tematica dell’edizione annuale del concorso.

La Giuria popolare, invece, premia la poesia SCARPE ROSSE di Floredana De Felicibus, Atri (TE);

Commento: la poesia, pur con ritmo armonioso e toni dolci, racconta il dolore di Alice illusa da un “amore malato”. Le immagini che la poesia evoca trasportano in un mondo accogliente e sicuro che permette ad Alice di perdonarsi scrollandosi di dosso il senso di colpa. Alice può così ‘rialzarsi e ricominciare’ indossare ‘i tacchi porpora ….e corre incontro al suo domani!’.

 

A chiudere la serata è stata l’attrice molisana Barbara Petti con i suoi ‘Monologhi Sparsi’.

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